il chiostro

Sul lato settentrionale della basilica di Sant’Abbondio si trova il chiostro, dal 2007 sede della facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi dell’Insubria. L’edificio si sviluppa attorno a un cortile quadrato e è costituito da tre corpi di fabbrica articolati in tre loggiati sovrapposti e scanditi, dal basso verso l’alto, da arcate aperte nella muratura, logge ad archi su colonne, logge trabeate. L’accesso ai piani avviene tramite due grandi scale poste a sud-est e nord-ovest e una terza scala, di dimensioni inferiori, a nord-est. Nelle sue linee generali l’assetto del complesso risale alla ristrutturazione condotta nell’Ottocento dall’architetto neoclassico Giuseppe Tazzini per accogliere il Seminario diocesano, ma le indagini condotte recentemente in vista del recupero della struttura e del suo adeguamento a sede universitaria hanno messo in evidenza la continuità con edifici sorti nel Cinquecento sull’area anticamente occupata dal monastero benedettino. In particolare, durante l’abbaziato di Filippo e di Francesco Abbondio Castiglioni, tra 1530 e 1568, furono probabilmente costruiti i lati del chiostro verso sud e verso est, mentre alla fase ottocentesca risalgono gli altri due lati, realizzati imitando le parti cinquecentesche e tenendo conto dell’imminente istituzione del Seminario ginnasiale-liceale, che richiedeva ampie aule e camerate. Nel corso dei lavori inoltre il Tazzini intervenne anche sulle strutture preesistenti: tra le varie modifiche, le recenti indagini hanno rilevato l’eliminazione di una loggetta di colonne ed archi in pietra su lato est, che fu sostituita da un loggiato sormontato da architrave in legno su colonne di sarizzo, per analogia con i supporti della loggia sottostante. Nel braccio orientale del chiostro – quello più antico – gli interventi di restauro hanno portato alla luce e valorizzato ambienti dai caratteri rinascimentali, ora impiegati come sale di rappresentanza. Al primo piano, in particolare, evocano la temperie rinascimentale una sala con volta ad ombrello rinvenuta in seguito alla rimozione di un controsoffitto e, soprattutto, la ricca decorazione pittorica emersa sotto l’intonaco della cosiddetta Sala Vasi: qui le pareti sono ornate da un finto zoccolo di oltre due metri, sormontato da una fascia di finto bugnato a cuspide  alla quale si sovrappone una cornice di fascette orizzontali a colori vivaci (rosso corallo, verde, bianco, nero); su questa specie di trabeazione poggiano vasi maggiori contenenti trionfi di frutta alternati a vasi minori – motivi desunti dal repertorio ornamentale molto usato nella scultura a rilievo quattro-cinquecentesca e che sono visibili anche nel duomo di Como. Una seconda aula presenta nuovamente il motivo del bugnato a cuspide, mentre in una terza aula si è quasi del tutto conservata una decorazione a riquadri neri e bianchi, con tracce di iscrizioni coeve. Risale invece all’Ottocento la sala affrescata situata al pianterreno.

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Angolo nord-est del chiostro prima del restauro

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